L’UOMO E IL SUONO: LA MUSICOTERAPIA (Dott. Dupadi Mariangela)
“Musicoterapia” è un termine che negli ultimi anni, in un momento in cui l’uomo è alla continua ricerca del benessere psico-fisico e si rivolge alle forme più svariate di intervento, è diventato di moda. Si legge che con la musica le galline fanno più uova e le piante crescono più velocemente dunque, ”la musica non può far male”. Ascoltare un cd mentre si legge, mentre si fanno i lavori domestici o si fa un un po’ di ginnastica è piacevole, rilassante e anche divertente; infilarsi le cuffie e stare in pace per qualche minuto, ben isolati dai fastidiosi rumori esterni, aiuta a ricaricarsi: la musicoterapia evidentemente funziona!
Questo è troppo spesso ciò che si pensa e che si conosce di una disciplina che, invece, presenta una complessità e una molteplicità di espressioni che vanno ben oltre il piacere di ascoltare e di passare una serata in sala da ballo o in discoteca.
La musica è un linguaggio completo di fraseggi e punteggiature attraverso il quale si comunica anche senza dover o poter verbalizzare: permette di chiedere, di rispondere, di raccontare e di commentare senza pronunciare una singola parola. E’ un linguaggio carico di connotazioni emotive ed evocative, è immediato e spontaneo ed è impossibile sottrarsi alle sue modalità comunicative e relazionali.
Il suono investe e coinvolge interamente il corpo perché la vibrazione che genera qualsiasi tipo di suono passa attraverso la pelle, i muscoli e le ossa che diventano così casse di risonanza, nostro malgrado anche quando scegliamo di non ascoltare, e la mente per le sensazioni, le impressioni, le emozioni che esso crea, richiama, suggerisce, evoca. Il suono è l’esperienza primordiale dell’uomo perché tutti noi siamo avvolti nella sfera sonora fin dal concepimento anche se non sempre ce ne rendiamo conto. Ogni movimento, anche imprecettibile, genera un suono che l’udito spesso non registra a causa della sua fisiologia ma che resta impresso indelebilmente nella persona e che contribuisce a svilupparne la competenza, la sensibilità, la conoscenza e a costruire la personalità.
Per questa complessità che fonda il suo esistere su leggi fisiche ben precise (acustica, meccanica), su fattori culturali e storico-sociali reali (appartenenza, epoca, regole sociali, modelli comportamentali...) e su componenti psicologiche individuali specifiche (esperienze, modelli di vita e di percezione della realtà, ansie, limiti sensoriali...) la Musicoterapia non può essere ridotta a qualche esercitazione, anche creativa, da manuale né può presentare schemi tecnici preordinati (per curare queste si fa così..., per curare quest’altro si fa così...). Ogni persona è unica e differente da qualsiasi altra e porta con sé un bagaglio unico e differente da qualsiasi altro.
La Musicoterapia deve quindi essere una realtà mobile, che si crea e si ricrea a misura della persona che vogliamo aiutare. Il terapista deve trovarsi sempre sulla lunghezza d’onda del paziente in una comunicazione costante in divenire che diventa fiducia, tranquillità, possibilità di esprimere qualsiasi cosa, ossia relazione equilibrata e costruttiva.
Non basta perciò avere studiato musica, canto e danza o conoscere la mente umana. Il musicoterapista dever saper operare secondo una infinita varietà di sfaccettature: improvvisazione vocale e strumentale, uso di scale appartenenti a tutte le culture, uso di più strumenti musicali e oggetti sonori, danza nel senso più ampio del termine, sonorizzazione, drammatizzazione, mimica, gestualità; deve essere pronto a cogliere anche il più piccolo segnale motorio, espressivo, posturale ecc. per elaborarlo a vantaggio del paziente e del suo benessere globale. Solo così è possibile aiutare veramente chi ha difficoltà a relazionarsi con se stesso, con gli altri e con il mondo esterno isolandosi o aggredendo, chi non può o non vuole comunicare, chi non si accetta, chi non riesce a trovare un proprio spazio espressivo, chi non riesce a farsi capire, chi per difficoltà psico-fisiche o sensoriali non ha a disposizione per vivere la stessa qualità e quantità di strumenti che altre persone invece posseggono.
Questa è la Musicoterapia: un percorso che non può risolvere tutti i problemi indiscriminatamente ma che può, se portata avanti in modo corretto, competente e collaborativo, dare un grosso contributo allo sviluppo della persona, al suo benessere globale e spesso anche alla risoluzione definita del disagio.